Moon Fae

by Angy_Tay<3

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  1. Angy_Tay<3
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    Moon Fae, innumerevoli anni fa...
    Le creature magiche e gli esseri umani convivevano pacificamente le une con gli altri, i loro villaggi erano spesso lontani tra di loro, eppure capitava a volte che una fata, oppure uno stregone, vivesse assieme agli umani, nei loro insediamenti. Era una convivenza pacifica dopotutto.
    Eppure, con la comparsa dei Licantropi e dei Vampiri, antichi alleati tra di loro, discesi dalle Montagne Oscure fino ai tranquilli villaggi della Grande Pianura, tutta l'armonia fu spezzata. Cominciarono a razziare i villaggi umani, ad uccidere i mortali, a derubarli e ad approfittare di loro. E gli umani, non potendo sopportare un simile affronto, si ribellarono cacciando via con una cruenta ribellione, i licantropi e i vampiri... ma c'era dell'altro. Dopo l'assalto, gli umani si convinsero che anche le altre creature magiche, le fate e le streghe e i maghi, celassero in realtà una natura malvagia, e così li costrinsero ad andare via, a rifugiarsi oltre i confini. Ed è qui che una creatura misteriosa e leggendaria, di cui tuttavia non si conosce nè il nome nè la natura, creò un'Accademia in cui accogliere ogni creatura magica che avesse avuto voglia di imparare. Così nacque la Casa delle Creature Magiche.
    Oggigiorno molte sono le creature che vivono sotto gli occhi degli umani, che non sanno della loro vera natura. E altrettanti sono coloro che partono per iniziare la loro avventura in Accademia.
     
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  2. Angy_Tay<3
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    Era una giornata di autunno molto calda per la stagione e la bella e solare Shanai aveva deciso da poco che era giunto finalmente il tempo di andare nella Casa delle Creature per affinare i suoi poteri e rendersi quindi utile alla comunità magica.
    Il cuore le batteva forte dall'emozione.
    La giovane elfa era per metà fata da parte di mamma ed elfa silvana, dall’altra per la diretta discendenza del padre. Aveva lunghi capelli lisci neri con le sfumature blue, che portava per comodità legati in una perfetta coda di cavallo messa di lato; occhi da cerbiatto di un viola chiaro, visto alla luce del sole poteva sembrare lilla. Come ogni creatura di quel genere aveva la carnagione molto chiara, quasi da sembrare diafana, e le caratteristiche orecchie a punta con molti orecchini. Indossava il suo top di cuoio con dei nastri neri di raso, il quale lasciava scoperte sia le spalle che il piatto e perfetto ventre. Ovviamente non potevano mancare i pinocchietti attillati di lino verdi, che si potevano adattare a qualsiasi occasione; alle caviglie portava fin da piccola degli strani cerchi alchemici, i quali da lontano potevano essere scambiati per dei tatuaggi, ma in realtà nascondevano qualcosa di veramente speciale per Shanai.
    Quegli ornamenti le permettevano di fare dei balzi estremamente alti e lunghi in sostituzione alle ali. Infine portava i suoi impeccabili stivaletti elfici, ideali per gli spostamenti che molto spesso preferiva fare usando i rami degli alberi, e per coprirsi quando faceva freddo e non voleva essere scoperta da creature carnivore, usava un mantello camuffabile. Lei aveva una certa sensibilità verso tutti gli elementi della natura, infatti riusciva a dominarne le forze e, presto anche la capacità di comunicare con gli animali fece breccia nel suo cuore.
    Quando nella foresta c’era bel tempo lei suonava le sue melodie preferite con il suo impeccabile flauto traverso, fatto d’argento, un regalo della sua defunta nonna paterna, la quale molto spesso le aveva raccontato tantissime leggende sulla misteriosa battaglia che portò una strana e antica creatura a costruire la casa delle creature magiche.
    All'orizzonte l'enorme struttura ricavata dentro una montagna iniziava a rivelarsi al suo sguardo, scrutando i fuochi bluastri perenni delle torce che la illuminavano nelle prime ore del mattino. Non appena il suo sguardo incontrò quella immensa costruzione il cuore le tornò a battere all’impazzata per la forte emozione e sensazione di benessere. Prima di intraprendere il suo viaggio si guardò bene intorno e nel folto sentiero notò degli spostamenti come se oltre a lei ci fosse qualche altra misteriosa e affascinante creatura. La sua arma preferita nel combattimento era l’arco con le frecce e alcune volte una spada lunga e leggera con degli strani disegni sul manico, simili a dei draghi stilizzati. Quelle bellissime ed efficaci armi le erano state forgiate da suo padre per il suo sedicesimo compleanno, da allora non se ne separò mai.
    Infatti anche in quel momento le aveva con sé.

    I suoi passi leggieri non si sentivano in quello straordinario scenario, non voleva assolutamente rovinare la quiete che regnava in quel luogo enigmatico. Shanai decise che fosse il momento di sfruttare i suoi sensi così da poter essere pronta a qualsiasi evenienza. Pian piano che la ragazza si inoltrava in quell’intrigato bosco notava delle particolari piante dai colori più sgargianti; dal rosso al viola scuro con le venature fucsia, le forme di queste sono insolite rispetto a quelle che la ragazzina era abituata a vedere nel suo piccolo villaggio. Più si avvicinava ad esse, più dettagli si affilavano, ad esempio alcune piante sembravano dei girasoli, che però non reagivano alla luce solare, ma a quella delle stelle. Dopo aver camminato per un po’ si accorse di esser quasi arrivata all’immenso portone che segnava l’ingresso della casa delle creature. Nell’ombra di una quercia del bosco notò nuovamente lo strano movimento, avvistato poc’anzi. Shanai facendo un bel respiro decise, così, di andare a vedere di cosa si trattasse, in modo da esser meno tesa negli ultimi metri che la separavano dalla sua nuova casa.
    Entrando nel cortile della struttura, notò vari gruppi di specie diverse; da un lato c'erano gli elfi, tutti bellissimi e altezzosi, poco più in la i maghi e si facevo belli agli occhi delle streghe, poi i centauri e anche altri che sembravano ibridi di varia natura un po' come lei.
    Ad un tratto una risata si levò dal gruppo dei centauri.
    -Vattene mezzo puledro!- disse un centauro dai capelli neri ad un altro dai lunghi capelli castani- Lo sai che noi non parliamo con i delicatini!- e gli strattonò la tracolla di cuoio, per poi tirargliela via e lanciandola lontano.
    -Ehi!- protestò lui.
    -Alza gli zoccoli e sparisci, checca!- infierì un altro.
    Il centauro non reagì, con le spalle basse e gli occhi verdi crucciati dal dispiacere.
    Shanai si accorse che la tracolla era finita a pochi passi da lei, così la raccolse e spolverandola con la mano la porse al centauro dal corpo color del miele.
    -Ciao, chiedo scusa … questa credo che sia tua. L’ho vista volare da quel gruppo di centauri. Piacere sono Shanai.-
    -Oh...- disse sorpreso lui- Ti.. ti ringrazio.- quasi sussurrò il ragazzo riprendendo la tracolla e continuando a pulirla- P.. piacere, io mi chiamo Lucenzio..-
    La ragazza rivolse un sorriso al ragazzo e con gentilezza gli rispose.
    -Il piacere è tutto mio. E’ da molto che sei qui? Sai, sono appena arrivata e non so ancora niente di questo posto.- mentre aspettava qualche risposta dal centauro, prese a guardarsi intorno con una certa curiosità. Non aveva mai visto tutte quelle razze differenti tutte assieme.
    -Bè, sono qui da tre anni, ne ho diciannove. Presumo che tu ne abbia sedici se sei appena arrivata.-e si sistemò la tracolla.
    Sulle guancie della ragazza comparve un filo di rossore, come se quella situazione la mettesse a disagio. Gli occhi verdi del giovane però le misero una certa tranquillità, così sistemandosi meglio la sacca sulle spalle, rivolse un cenno di assenso a Lucenzio.
    -Sì. Se non hai impegni ti andrebbe di farmi da Cicerone? Non conosco nessuno e inoltre mi piacerebbe fare conoscenza con qualcuno, in modo da non dovermi sentire un pesce fuor d’acqua.- Si sistemò meglio la coda, così da fare una buona impressione a chiunque avrebbe incontrato sul suo cammino.
    -Se non vuoi sentirti un pesce fuor d'acqua non dovevi farti vedere con me.- sbuffò lui.
    Shanai lo guardò perplessa siccome non aveva capito bene quale il fosse il problema del giovane centauro.
    –Ehm non capisco. Qualcosa non va? Se ti creo così tanto disturbo farò in qualche altro modo, tranquillo … -
    -Non è proprio così. - sorrise lui, poi un centauro passò dietro di lui.
    -Ei, è inutile che ti fai vedere con le ragazze, nessuno ci crede!- gli rise alle spalle e il ragazzo nemmeno si voltò sospirando.
    -E' di questo che parlo.- e abbozzò un sorriso incrociando le braccia fasciate di cuoio sul petto coperto da un gilè di lino.
     
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  3. Angy_Tay<3
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    La ragazza non appena sentì le parole di un centauro che passò vicino loro, percepì una certa cattiveria rivolta al suo interlocutore da quest’ultimo. Lucenzio doveva essere una sorta di zimbello di quella strana casa, poiché veniva deriso dalla maggior parte dei suoi simili.
    - Lucenzio, mi dispiace. Non credevo che fossi preso di mira dai tuoi simili … Non c’è niente di male ad avere gusti diversi.-
    -Dillo a loro.- sospirò lui, poi le sorrise.- Allora ben venuta nella Casa delle Creature, Shanai. Dimmi, hai già conosciuto i tre maestri?- le disse facendole strada con la mano.
    La ragazza scoppiò a ridere di gusto non appena vide un cambiamento così repentino del suo nuovo amico.
    –Scu... scusami … non volevo essere sgarbata, ma mi sei sembrato buffo. Comunque no, non ho ancora avuto l’onore di conoscerli. Grazie dell’accoglienza. Come funziona per dormire? Nel senso, gli alloggi sono divisi per categoria? O siamo liberi di scegliere dove sistemarci?.-
    -Assolutamente no. Devi andare all'ufficio accoglienza dove Elveria ti darà il numero del tuo alloggio nella zona femminile e stabilirà il tuo esame di ammissione, poi verrai associata a una squadra esperta dove farai pratica per tre anni e dopo puoi scegliere se cambiare o meno.- e sorrise.
    Shanai per un primo momento rimase senza parole, siccome non si aspettava minimamente di dover affrontare un esame di ammissione per potersi rendere utile nella salvaguardia della comunità magica.
    –Un esame? Oddio. Non so niente. Non mi aspettavo di certo una cosa simile. Comunque fammi strada, non sono una tipa che si tira indietro di fronte a sfide come queste.- ricambiò il sorriso e fece l’occhiolino al suo amico dalla pelle abbronzata.
    -Tranquilla, è solo una prova di valutazione per capire che ruolo avrai in una squadra, se darai guaritore, assaltatore o ricognitore. Io sono un assaltatore, nonostante la mia reputazione.. poco virile, ecco.- e le fece strada dentro l'entrata della Casa, ricavata da una grotta naturale.
    Lo scalpitio degli zoccoli dei centauri riecheggiava nelle pareti, ma nessuno sembrava dargli peso mentre lo sguardo della mezz'elfa cadeva su una strega che insieme a un gruppo di sue simili stava facendo crescere delle piante officinali in un vaso, dentro una sala adiacente piena di strani esemplari di flora locale. La giovane prima di rispondere al suo amico si avvicinò alla strega per vedere meglio il suo incantesimo. La magia l’aveva sempre affascinata, infatti il momento più bello della sua infanzia fu quando scoprì di avere la capacità di sfruttare la forza della natura a suo piacimento.
    -Wow. E’ stupendo! Vorrei essere brava come lei. Lucenzio se mi servirà qualche aiuto me lo darai vero? Mi accontento anche semplicemente dei tuoi saggi consigli.-
    -Saggi consigli i miei ? Si vede che sei piccola...- rise lui -Allora, li c'è l'ufficio accoglienza, parla con Elveria, se hai bisogno di me non esitare a cercarmi. Tanto se chiedi di me in giro tutti sanno sempre dove mi trovo.- sorrise il centauro indicandogli una porta.
    In un primo momento Shanai sembrò come essersi bloccata all’improvviso da un attacco di panico che raramente le erano capitati nei sedici anni della sua monotona vita tra i boschi ed i vari insediamenti. Un sudore freddo non tardò a scorrerle lungo la pallida schiena che aveva prontamente coperto con il mantello.
    -O … Ok. Non appena avrò finito ti verrò a cercare, anche perché il giro turistico non è ancora finito.- con un sorriso compiaciuto salutò il ragazzo ed entrò nella stanza.
    Appena entrata, notò subito la miriade di libri che troneggiavano sulle immense librerie delle pareti, di ogni grandezza e colore, alternati a attrezzi alchemici, astrologici e di altri che non aveva nemmeno idea di cosa potessero mai essere.
    Alla parte opposta dell'ufficio c'era una piccola scrivania dove una donna dai lunghi capelli neri striati di bianco stava scrivendo freneticamente qualcosa su una pergamena, con gli occhi neri vigili su ciò che stava facendo. Shanai ormai non poteva più tirarsi indietro e doveva assolutamente mostrarsi determinata poiché ne sarebbe valsa la sua reputazione. Raccolse quindi tutta la sua paura e la nascose per bene sotto al suo carattere schietto e alla mano. Raggiunse il bancone e si schiarì la voce per far capire all’anziana donna la sua presenza.
    -Ehm mi scusi. Posso disturbarla un attimo? Sono appena arrivata nella Casa e mi hanno detto che dovevo recarmi qui, per chiedere tutte le informazioni … .- Mentre aspettava che la donna le rivolgesse parola cercò di capire meglio come potesse essere più o meno strutturata la sua nuova casa. Dietro la strega, la giovane poteva guardare un lato del giardino grazie ad un’immensa porta finestra. Questa si trovava sulla parete centrale, di quella grande ed accogliente stanza. Nelle altre si potevano ammirare dei bei quadri riguardanti rappresentazioni della casa nella magnificenza, gli artisti per aver ricreato una riproduzione così verosimile doveva in qualche modo essere in quell’immenso luogo, dagli antichi splendori.
    -Sei una nuova arrivata dunque..- disse la donna senza alzare lo sguardo.- Siediti..- e con un gesto della mano fece schizzare una sedia sotto il sedere di Shanai facendola sedere di colpo.- Che razza sei?- chiese sempre con lo sguardo fisso alle carte. L’elfa fece del suo meglio per risultare calma. Scosse un attimo la testa come se stesse scacciando un brutto pensiero ed infine rispose alla domanda.
    -Sì, mi chiamo Shanai Berryanne signora. Sono un’ibrida. Metà fata, e metà elfa silvana.- prese una ciocca della lunga ed ordinata coda e ci si mise a giocare per cercare in qualche modo di scaricare la tensione.
    -Metà fata..- ripeté lei scrivendo velocemente su un polveroso libro alto almeno una spanna.- C'è l'alloggio ventidue libero, i dormitori femminili sono nella zona ovest. Ci arrivi facilmente, basta seguire i cartelli sui corridoi. Dopo pranzo recati nel giardino che vedi alle mie spalle, ti faremo un piccolo test per vedere che capacità hai. Domante?- disse alzando finalmente lo sguardo.
    Gli occhi della donna erano neri, ma delle linee sottili come filamenti rossi solcavano le iridi di continuo, come se fossero nuvole in movimento. La ragazza ascoltò con estrema attenzione tutto quello che le disse la donna e con un timido sorriso le rispose.
    -Ok, grazie. Spero proprio di non sbagliarmi. Sa per caso dirmi se devo condividere la camera con qualcuno? Il pranzo dove avviene? Sa sono giunta qui solo una decina di minuti fa, quindi non so quasi niente sulla casa. Mi scusi se le faccio perdere tutto questo tempo.-
    -Le camere sono personali, la mensa la trovi appena esci di qui, a destra c'è un piccolo corridoio e poi trovi l'ingresso. Vassoio, fila e poi ti siedi. Ci vediamo alle tre.- e tornò con il viso sulle carte.
    Prima di lasciare quella stanza così strana decise di chiedere un’ultima cosa alla donna dalla sfumatura particolare degli occhi.
    -Capisco. Grazie infinite dell’informazione. Per caso avete una piantina della scuola cartacea? Così potrò orientarmi senza alcun problema. Grazie ancora.-
    -A te e buona giornata.- e senza alzare la testa alzò un dito e un foglietto ripiegato in quattro svolazzò sotto il naso della ragazza dopo essersi levato da un mucchio di suoi simili.
    –Buona giornata anche a lei. Arrivederci.- uscì e con cartina sotto agli occhi si diresse finalmente al suo alloggio personale. Mentre camminava per il corridoi studiava ogni minimo dettaglio, così da non dover ricorrere continuamente a quel foglietto. Le pareti erano tutte adornate con degli strani glifi e disegni, oltre ad avere delle piccole luci notturne. Dopo aver camminato e preso nota della posizione del dormitorio sul fondo del corridoio trovò finalmente la camera che le era stata appena assegnata. Il cuore della ragazza ebbe un sussulto non appena vide la strana targhetta dorata a forma di rosa con il numero ventidue inciso a caratteri gaelici. Shanai in tutta curiosità, prima di entrare nel suo nuovo piccolo mondo, passò un dito sul numero, come se quel contatto le sarebbe stato utile a capire qualcosa, seppure minima, su quello che di lì a poco le sarebbe accaduto. Con mano tremante infilò la chiave dorata con il finale a forma di farfalla nella serratura e quando sentì lo scatto di questa le sembrò di rivivere un momento di dejavù: una camera, immersa in una strana luce, la stava chiamando, come se ci fosse qualche strano essere in attesa del suo arrivo.
    Dopo qualche istante si accorse di essere rimasta immobile per un po’ di tempo, e scuotendo la testa, tornò alla realtà. Non poteva essere vera quella strana visione, quindi Shanai decise di entrare. La stanza era abbastanza grande con un bel letto a baldacchino con le tende di tulle verde, un comodino di legno con una grande libreria di ferro battuto formata da cinque ripiani, con i libri che le sarebbero serviti per le varie lezioni ed un armadio dello stesso colore del letto con degli specchi in tre ante su cinque. Essendo una stanza personale con il tempo avrebbe potuto aggiungere tutto quello di cui avrebbe avuto bisogno e le sarebbe passato per la mente comprare. La camera inoltre aveva una poltrona davanti alla scrivania sempre a forma di fiore, sulla parete accanto al comodino si trovava una porta finestra che apre su un piccolo balcone, dove ci sarebbe entrata una piccola serra. Shanai spalancò gli occhi siccome non si aspettava di avere finalmente dopo tutti quei anni, una stanza come aveva sempre sognato.
    Guardò fuori dalla finestra e notò che dava direttamente sull'altro lato del giardino, pieno di piccole aiuole e anche di piccoli orticelli dove alcuni ragazzi stavano piantando dei semi, sicuramente di qualche ortaggio.
    Anche lei lo aveva fatto prima di partire e si chiese chi si sarebbe preso cura dell'orto adesso che era lontana da casa, visto che la madre e il padre erano sempre alle prese con i suoi fratelli combina guai.
    Sospirò , poi lo stomaco le ricordò che l'ora di pranzo si avvicinava con un rumore sordo.
    -Ho capito, andiamo a cercare la mensa.- ridacchiò lei passandosi una mano sulla pancia, così richiuse la camera e cartina alla mano cercò la via per la mensa.
    Svoltò un po' di corridoi, poi notò di nuovo la figura di Lucenzio accanto all'ingresso della sala dove si mangiava che parlava con una strega dai capelli rossi un po' arruffati.
    -Fidati Ony, è meglio che quel cretino di un elfo se ne sia andato.- lo sentì sentenziare.
    - Bè, adesso passeranno giorni prima che ci affidino un nuovo ricognitore. E poi è colpa tua visto che ammorbi ogni essere di sesso maschile!- lo accusò la strega puntandogli contro un dito affusolato e adornato di anelli.
    -Te parli bene, sei una normale bipede!-
    -Ciao Lucenzio.- si intromise Shanai son un timido sorriso.
    -Ei, Shanai. Allora, hai trovato la tua stanza?- le domandò ricambiando il sorriso.
    La ragazza fece cenno di assenso con il capo e gli fece vedere la cartina che aveva in mano e in particolar modo il cerchietto fatto sopra il numero della camera.
    -Sì, guarda qui. Sono rimasta senza parole quando l’ho vista. Comunque dopo pranzo devo fare quel test… -
    -Sei una nuova?- chiese la strega senza preamboli, guardandola con i grandi occhi onice striati di verde come marmo che la scrutavano.
    -Si, lei è nuova. Deve ancora ambientarsi..-
    -Che sfortuna incontrare Lucy proprio il primo giorno.- ridacchiò la ragazza.
    -Grazie.- si accigliò il centauro – Shanai, lei è Onyxia Rose, la strega guaritrice del mio gruppo.-
    L’elfa cominciava a sentirsi bene in quel luogo anche se era giunta in quell’affascinante luogo solo un’ora prima. Con il suo solito sorriso perfetto porse la mano alla strega, la quale le sembrava una brava persona.
    –Il piacere è mio. Sono Shanai Berryanne. Sono arrivata più o meno un’oretta fa. Ehm si, Lucenzio mi è stato veramente d’aiuto. -
    -Una piccola mezz'elfa con tratti di fata... Però, se ne vedono di cose strane in giro.- rise la strega.- Spero per te che il test vada bene, di solito non si capisce subito molto bene il ruolo più adatto.-
    La ragazza dai capelli rossi cambiò espressione guardando qualcosa alle spalle dell'elfa, poi abbassò lo sguardo.
    Shanai si voltò di istinto e vide un mago con un mantello nero rinforzato sulle spalle e cuoio si stava avvicinando, guardando nella loro direzione.
    Era molto alto e un espressione seria sul volto, con gli occhi celesti quasi grigi e socchiusi che sembravano stonare con il suo incarnato mulatto e i capelli color mogano.
    -Ciao Rey!- lo salutò il centauro quasi saltellando sugli zoccoli.
    -Ciao Lucy, Ony..- poi guardò Shanai - E questa piccoletta?- chiese con voce autoritaria.
    -E' nuova. Si chiama Shanai. Shanai, lui è Reymar Furr, l'altro assaltatore.-
    -Salve.- le disse il mago.
     
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2 replies since 11/7/2013, 00:31   207 views
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